Il mondo della pesca deve molto a Clarissa, una carpa di oltre 20 chili che viveva in un lago inglese negli anni Cinquanta. Molti l’avevano vista, qualcuno anche allamata ma il grosso pesce era sempre riuscito a slamarsi o a rompere il terminale. Un giorno un pescatore riuscì ad agganciarla, fu la volta buona e clarissa fece bella mostra di sè, imbalsamata e esposta per anni nella scuola del paese.

Quel pescatore era un pioniere del Carp Fishingche aveva impiegato per esca rudimentali Boiles e montature particolari. La storia della cattura fece il giro del Regno Unito, diventando una leggenda e la tecnica iniziò a diffondersi, fino ad uscire dai confini nazionali per diffondersi in tutta Europa. Dagli albori la tecnica si è evoluta tantissimo e ha attirato numerosi pescatori che si sono appassionati a un genere di pesca che dà la possibilità di catturare carpe di generose dimensioni. Una volta questi bestioni si potevano solo vedere ogni tanto, quando uscivano dall’acqua per scrollarsi di dosso i parassiti: più che altro, si sentivano per il tonfo seguente!

Quando abboccavano irrimediabilmente spezzavano il filo e, a volte anche la canna. Insomma erano solo un miraggio. L’avvento del Carp Fishing è stata una soluzione a tutti i problemi. E’ un sistema altamente tecnologico che si avvale di numerosi accessori, anche elettronici, creando un piccolo contrasto per il contesto in cui si svolge l’azione di pesca e, soprattutto, il tempo che il pescatore vi dedica. Il conubbio natura e modernità sembra non legarsi tra di loro, ma non è così. Il più delle volte le battute di pesca durano giorni e notti e i pescatori si accampano sull erive accanto alle canne. Le tende sembrano i ripari di pionieri alla scoperta di nuove terre e tutto ciò che il moderno li circonda si fonde con lìambiente. A volte si attende per molto tempo prima che un avvisatore segnali una “partenza” e molte volte questo non accade per giorni. Pazienza, sarà per un’altra volta: Questa è la filosofia del perfetto cultore del Carp fishing. Ma quando accade….!

Il tono dell’avvisatore, il filo che solca l’acqua, la ferrata e la lotta (a volte lunga) con la grossa carpa compensano le notti passate con un occhio aperto per cogliere il più piccolo segnale. Poi il rilascio. Il grosso pescetorna a casadisinfettato (con un prodotto specifico) dalla contaminazione dell’uomo, perchè l’appassionato della tecnica rispetta la preda e quando le dona la libertà vuole che non gli accada niente, sia che si trovi sulle sponde di una ex cava sia sulle rive di un lago naturale. Forse c’è una punta di egoismo nel rilascio:il pescatore vuole essere sicuro di ritrovare quel pesce la prossima volta, vispo e pronto all’abboccata dopo una mangiata di saporita pastura…..in mezzo alla quale c’è l’esca!